Adenoma della Prostata
L’adenoma prostatico è parte integrante della storia naturale dell’uomo e comincia a svilupparsi attorno ai 35 anni, sotto l’influenza ormonale del testosterone e degli estrogeni. Si tratta di una patologia benigna, conosciuta anche con il nome iperplasia prostatica benigna; ha la caratteristica di non degenerare mai, nel senso che non diviene mai un tumore, al contrario di quanto accade negli adenomi del colon-retto. L’adenoma prostatico determina solo disturbi minzionali, come urinare spesso, anche di notte, non riuscire a trattenere le urine, febbre, fino all’insufficienza renale. Al contrario, il tumore della prostata raramente determina tali disturbi, in quanto si sviluppa lentamente dalla periferia della ghiandola prostatica e non dalla porzione centrale, come l’adenoma. L’insorgenza del tumore può quindi evidenziarsi contemporaneamente all’adenoma, che potrà essere successivamente “invaso”, ma anche dopo l’intervento di adenomectomia o resezione endoscopica dell’adenoma stesso. Per questo motivo, anche dopo gli interventi disostruttivi che, rimuovono solo l’adenoma e non la prostata, è necessario controllare il PSA (antigene prostatico specifico), in quanto il rischio del tumore non è cessato.
Si tratta della patologia più comune del sesso maschile, interessando dai 50 ai 60 anni oltre il 50% degli uomini; il 95% dai 60 ai 90 anni. È per questo riconosciuta come un “problema di salute pubblica a livello internazionale”. Oltre all’ingrossamento della prostata (componente statica), i disturbi urinari sono determinati anche dall’ipertono delle fibre nervose adrenergiche (componente dinamica), che determina uno stato di contrazione permanente della muscolatura liscia uretrale, collo vescicale, tessuto stromale-capsulare, e quindi un impedimento costante a urinare. Oltre alla sofferenza fisica, a farne le spese anche la qualità di vita: spesso i pazienti rinunciano a cinema, teatro, ristorante, viaggi e in generale anche le uscite dagli ambienti domestici costringono a una sorta di mappatura preventiva dei bagni pubblici.
Nei casi estremi, il ristagno di urine determina sfiancamenti della parete vescicale, favorendo la formazione di diverticoli, calcoli, infezioni delle urine con febbre, fino alla ritenzione completa e quindi alla necessità di posizionare il catetere vescicale. Oggi sono disponibili terapie mediche molto efficaci, in grado di ridurre o addirittura annullare questi disturbi. I farmaci di elezione sono costituiti dagli alfalitici (alfazosina, doxazosina, tamsulosina, terazosina e silosodina). Utile è l’associazione con gli inibitori delle 5-alfa reduttasi (finasteride e dutasteride), serenoa repens o meparetricina (non più in commercio): i primi riducono il tono muscolarefacilitando la minzione; i secondi bloccano la conversione del testosterone in diidrotestosterone, ostacolando la crescita dell’adenoma.
L’uroflussometria rappresenta l’indagine urodinamica più semplice e meno invasiva. Consiste infatti nell’urinare in un apposito strumento – il flussometro – che ha le sembianze di un normale water ma che consente in realtà di misurare il flusso minzionale momento per momento e di riprodurlo in forma grafica. È importante che la minzione sia il più possibile “normale”, eseguita quindi con un normale stimolo ad urinare, poiché vesciche troppo vuote o troppo piene non permettono di avere dei dati attendibili. A tale scopo, è necessario arrivare al momento dell’uroflussimetria con la vescica confortevolmente piena. Dopo l’esecuzione dell’esame, verrà valutato ecograficamente il residuo post-minzionale, vale a dire la quantità di urina che rimane in vescica dopo aver urinato. L’uroflussimetria è considerata l’indagine di prima istanza nell’iter diagnostico funzionale strumentale urologico, in quanto consente di tracciare un profilo minzionale del paziente. L’uroflussimetria è indicata in tutti i pazienti che riferiscono sintomi della fase dello svuotamento vescicale, con alterazioni del flusso minzionale, tipicamente, il paziente con sintomi del basso tratto urinario associati a ipertrofia prostatica.
L’uretrocistoscopia è un esame diagnostico endoscopico che permette l’ispezione visiva diretta dell’uretra fino alla vescica. In caso di adenoma della prostata, l’esame potrà essere eseguito per disturbi della minzione di tipo irritativo e ostruttivo; sospetto di restringimenti (stenosi) dell’uretra; studio di stenosi dell’uretra derivanti da ingrossamento della ghiandola prostatica; ricerca di eventuali tumori della mucosa uretrale. In alcuni casi, l’uretroscopia può essere, oltre che diagnostica, anche terapeutica.
Questionario IPSS: 8 Domande per Valutare i Sintomi da Iperplasia Prostatica Benigna
Il questionario International Prostate Symptom Score IPSS è stato studiato per valutare i sintomi da iperplasia prostatica benigna. La scala di valutazione va da 0 a 35 punti (da asintomatico a molto sintomatico). Si ricorda che il questionario non ha valore senza il parere di un medico.
1. Quante volte nell’ultimo mese ha avvertito un senso di incompleto svuotamento vescicale al termine della minzione?
- Mai
- Meno di 1 volta su 5
- Meno della metà delle volte
- Circa la metà delle volte
- Più della metà delle volte
- Quasi sempre
0 punti
1 punto
2 punti
3 punti
4 punti
5 punti
2. Nell’ultimo mese quante volte ha urinato meno di 2 ore dopo l’ultima minzione?
- Mai
- Meno di 1 volta su 5
- Meno della metà delle volte
- Circa la metà delle volte
- Più della metà delle volte
- Quasi sempre
0 punti
1 punto
2 punti
3 punti
4 punti
5 punti
3. Nell’ultimo mese Le è mai capitato di dover mingere in più tempi?
- Mai
- Meno di 1 volta su 5
- Meno della metà delle volte
- Circa la metà delle volte
- Più della metà delle volte
- Quasi sempre
0 punti
1 punto
2 punti
3 punti
4 punti
5 punti
4. Nell’ultimo mese quante volte ha avuto difficoltà a posporre la minzione?
- Mai
- Meno di 1 volta su 5
- Meno della metà delle volte
- Circa la metà delle volte
- Più della metà delle volte
- Quasi sempre
0 punti
1 punto
2 punti
3 punti
4 punti
5 punti
5. Nell’ultimo mese quanto spesso il getto urinario Le è parso debole?
- Mai
- Meno di 1 volta su 5
- Meno della metà delle volte
- Circa la metà delle volte
- Più della metà delle volte
- Quasi sempre
0 punti
1 punto
2 punti
3 punti
4 punti
5 punti
6. Quante volte nell’ultimo mese ha dovuto sforzarsi per iniziare ad urinare?
- Mai
- Meno di 1 volta su 5
- Meno della metà delle volte
- Circa la metà delle volte
- Più della metà delle volte
- Quasi sempre
0 punti
1 punto
2 punti
3 punti
4 punti
5 punti
7. Nel corso dell’ultimo mese, quante volte si è alzato per andare ad urinare la notte?
- Mai
- 1 volta
- 2 volte
- 3 volte
- 4 volte
- 5 volte
0 punti
1 punto
2 punti
3 punti
4 punti
5 punti
Punteggio IPSS
0-7 sintomatologia lieve;
8-19 sintomatologia moderata;
20-35 sintomatologia severa.
Indice Qualità della Vita
8. Se dovesse trascorrere il resto della propria vita con l’attuale condizione urinaria, come si sentirebbe?
- Bene
- Soddisfatto
- Abbastanza soddisfatto
- Così così
- Relativamente soddisfatto
- Male
- Molto male
0 punti
1 punto
2 punti
3 punti
4 punti
5 punti
6 punti
TURP
L’intervento più diffuso è la Resezione Endoscopica dell’Adenoma Prostatica (TURP). Ormai da tempo vengono impiegate con successo anche le tecniche laser (HoLEP, ThuLEP, etc.) come il laser a Holmio (HoLEP), a luce verde (green light). Personalmente, per le prostata maggiore di 130 g, eseguo l’intervento a cielo aperto; per tutte le altre l’intervento di TURP associato a vaporizzazione-laser.
Tecnica Rezum
Una procedura che attualmente consente di conservare l’eiaculazione è la tecnica Rezum. La manovra, a seconda della grandezza dell’adenoma, prevede da 6 a 10 iniezioni, ciascuna della durata massima di 9 secondi (circa 0,42 ml di vapore acqueo, al di sotto del collo vescicale). La condensazione del vapore rilascia energia termica negli interstizi del tessuto prostatico, mentre le membrane cellulari raggiunte dal getto di vapore acqueo si denaturano, provocando la necrosi coagulativa e, quindi, la progressiva distruzione delle cellule stesse. Entro 1 mese, il tessuto prostatico viene riassorbito, riducendo il volume dell’adenoma che ostruisce l’uretra, alleviando anche inizialmente, in misura significativa, i disturbi della minzione, fino alla loro scomparsa. Il catetere vescicale va mantenuto per 5-7 giorni, ma con questa tecnica l’eiaculazione viene conservata e si possono trattare anche soggetti a rischio per problemi cardiovascolari. L’eiaculazione è conservata in quanto il collo della vescica non viene danneggiato.
N.B.
Le informazioni riportate in questa pagina sono esclusivamente a carattere informativo e divulgativo. Si ricorda al Lettore che nessuna diagnosi né terapia può mai prescindere dalle specifiche valutazioni del proprio Medico/Specialista di fiducia.
